Ogni prima domenica di Settembre, ogni Veneziano sa cosa lo aspetta in città. O, meglio, sul Canal Grande. La Regata Storica, che ogni anno emoziona migliaia di spettatori – locali e non – con il corteo storico in abiti cinquecenteschi e le gare mozzafiato sulle imbarcazioni tradizionali della laguna. Ma di tradizionale, nella Regata Storica di Venezia, c’è anche qualcos’altro. O meglio, c’era, dal momento che oggi non si usa più: stiamo parlando del disnar.
Il disnar della Regata Storica di Venezia
Disnar dei regatanti: il “desinare” dei partecipanti alla Regata Storica, altro non era che la cena offerta alle autorità, ma soprattutto ai concorrenti, il giovedì precedente la Regata.
Sembra che la tradizione sia nata per permettere a tutti i campioni, anche a quelli più poveri, di riempirsi la pancia con un pasto ricco, in modo da poter gareggiare tutti alla pari. Ma c’erano altri tre scopi, oltre a quello nutrizionale:
- fraternizzare con gli altri equipaggi;
- studiare l’avversario;
- chiedere perdono al Sindaco per le infrazioni commesse durante l’anno.
Nonostante la tensione precedente le gare, il clima era di festa, tanto che, nel 1893, il sindaco e poeta Riccardo Selvatico vi recitò la sua poesia La Regata. Che, per darvi un’idea, inizia così:
No gh’è ne la storia
Del mondo una festa
Più bela, più splendida,
Venezia, de questa:
De re e imperatori
Delizia, martirio
De artisti e scrittori,
Superba memoria
De un tempo passà.
Inutile invidia
De cento cità!
Anche in periodo di guerra, Venezia non ha mai rinunciato a questo appuntamento, pur cambiandone il luogo – uno squero, invece di un ristorante – e riducendone il menù.
Il menù del disnar
Secondo L’Adriatico del 28 Giugno 1912, anche i menù del disnar, nel corso degli anni, hanno visto un’evoluzione. Mentre all’inizio del 19° secolo, infatti, gli equipaggi e l’amministrazione comunale si riunivano in trattorie un po’ bizzarre, ad esempio a Santa Margherita o San Pietro di Castello, col passare del tempo le trattorie e i menù divennero più centrali e di livello più alto.
Ma l’articolo spiega anche quali fossero i piatti più semplici e vicini alla tradizione serviti in origine, e cioè:
- risoto coi figadini, un primo piatto tipico della tradizione veneziana, in cui il risotto è preparato con fegatini di pollo, rosolati in un soffritto di olio, sedano, cipolle e carota;
- figà garbo e dolse in tortiera, altrimenti noto come “fegato in dolce garbo”. Non è il fegato alla veneziana, bensì fettine di fegato impanate con farina, uovo e pangrattato e insaporite con aceto e zucchero;
- polastro rosto co la salata, semplicemente pollo arrosto e insalata;
- dolse e fruti, ossia quello che conclude ogni pasto: dolce e frutta.
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