Se il 21 Novembre vi capiterà di passare davanti alla Basilica della Salute, ci troverete una serie di bancarelle. Principalmente contenenti candele, ma anche dolci. Perché il 21 Novembre a Venezia si fa festa, per la fine della peste nel 1631.
Come si festeggia la Madonna della Salute a Venezia?
La festa della Salute è, probabilmente, quella meno turistica di Venezia. Ma, in compenso, è molto sentita dai Veneziani, che ogni anno si recano in pellegrinaggio sul ponte di barche che collega la chiesa della Salute a Santa Maria del Giglio.
Nella basilica, i fedeli partecipano alla messa o accendono un cero perché la Madonna possa intercedere per la loro salute.
Ma la festa ha un’altra faccia: quella pagana. E legata soprattutto al cibo.
Cosa mangiano i Veneziani per la Festa della Salute
Prima di tutto, il piatto tipico della Festa della Salute è la castradina, come vi abbiamo raccontato in questo articolo.
C’è, però, un altro cibo caratteristico di questa festa: i dolci.
Sulle bancarelle del piazzale della Basilica della Salute, infatti, non trovate soltanto una quantità infinita di candele, ma anche giocattoli. E, soprattutto, pevarini, zaléti, bossolai e frìtole, cioè frittelle, biscotti al pepe e gli altri biscotti della tradizione veneziana.
![Castradina | Cantina Do Spade](http://cantinadospade.com/wp-content/uploads/2013/11/castradina-300x224.jpg)
![bussolai, zaeti ed esse | cantina do spade](http://cantinadospade.com/wp-content/uploads/2013/10/tris-de-dolci-300x225.jpg)
![frittelle veneziane](http://cantinadospade.com/wp-content/uploads/2015/02/10979356_10203775804181782_1912431927_n-300x300.jpg)
I segreti della Basilica della Salute di Venezia
Ogni chiesa ha i suoi segreti. E la Basilica della Salute non è da meno. Eccone un paio:
- la cupola è circondata da 8 obelischi, che trasformano la chiesa in una gigantesca corona per la Madonna;
- la statua della Madonna in cima alla cupola è vestita come una capitana da mar, per ricordare a tutti che è Venezia la vera signora dei mari;
- dentro la chiesa si trova la statua della Peste di Giusto Le Court: rappresentata come una vecchia senza denti, ha portato alla nascita del detto ti xe bruta come ea peste, “sei brutta come la peste”. Ma questo è solo uno dei detti sulla peste.
I modi di dire veneziani sulla peste
I più famosi sono:
- ‘sto fio xe ‘na peste: “questo ragazzo è pestifero”;
- go ciapà a peste: “mi sono ammalato”;
- sènti che peste!: “senti che puzza!”.
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