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Come produrre il prosecco: metodo sur lie

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Tradotto letteralmente significa sullo sporco ma non fatevi ingannare, il sur lie è uno dei metodi migliori per produrre un prosecco di qualità, anche senza microfiltrazioni.
Qualche tempo fa, quando i moderni macchinari per la vinificazione e la spumantizzazione non erano ancora stati inventati esistevano molte tecniche per produrre vino. Una poco diffusa ma molto particolare è quella che produce il vino col fondo, per dirla alla alla francese sur lie, un prosecco tornato in auge da poco.

È interessante sapere che ad un vino prodotto con il metodo sur lie non si applica il degorgement, cioè la tecnica con cui si rimuovono i lieviti morti e sedimenti per chiarificare il vino. In questo modo il vino può essere degustato in due modi:

  1. rimuovendo i sedimenti lasciando decantare il vino;
  2. shakerando la bottiglia per fa sì che i sedimenti si mescolino: in questo modo il vino assumerà un colore torbido.

Sur lie, come si produce

Riscoperto recentemente nell’area del Valdobbiadene-Conegliano, il sur lie è uno dei vini di nicchia migliori.

Vediamo nel dettaglio come viene prodotto.

  • Il primo passo è lo stesso che per gli altri vini: si fa fermentare un paio di giorni dopo dei quali deve essere travasato almeno 3 o 4 volte.
  • Dopo la prima fermentazione, le antiche procedure vogliono che il vino venga travasato in damigiane e che si aspetti la primavera (Marzo o Aprile) per far sì che la temperatura salga e i lieviti comincino a fermentare.
  • Quando il vino comincia a rilasciare le prime bollicine vuol dire che i lieviti hanno cominciato a fermentare e a questo punto lo si deve imbottigliare immediatamente e tenerlo in cantina, senza luce, senza vibrazioni pure e ad una temperatura di 12/15 gradi fino a che la fermentazione non sia terminata.

Come abbinarlo

Alla fine di questo procedimento si ottiene finalmente il vino col fondo, un prosecco versatile che può essere bevuto come aperitivo o come vino da tavola.

Di recente è stato definito uno dei vini migliori e con ragione perché è tumultuoso e coinvolgente, e nonostante la sua denominazione il sapore della frutta vince sul lievito, lasciando in bocca un dolce miscuglio di aromi che appassiona.

Il suo retrogusto invita a berlo d’un fiato e il naso cambia ad ogni olfazione, mostrando note di frutta bianca e floreale cangiante. Per questo il miglior abbinamento è con salumi, soppressate e formaggi stagionati.

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